Gestione e terapia del prolasso uterino

I gradi lievi di prolasso urogenitale possono essere completamente asintomatici ed in questo caso, se rilevati durante una visita ginecologica eseguita per altri motivi, potrebbero essere anche solo sottoposti a sorveglianza.

Il prolasso assume significato clinico quando percepito dalla paziente, soprattutto se associato a sintomatologia soggettiva.

La gestione del prolasso deve essere impostata dal professionista uroginecologo, dopo un aperto dialogo con la paziente. Essendo questa una patologia benigna che comporta raramente complicanze mediche, secondo la mia esperienza, è di primaria importanza che la terapia sia modulata in base al disagio provato dalla paziente ed alla sua motivazione al trattamento. Solo in casi relativamente rari, quando sono presenti comlicanze, diventa necessario il trattamento.

La mia esperienza, maturata in ambito uroginecologico, ed i dati di letteratura scientifica permettono di individuare vari modi per prevenire, curare ed intervenire sui difetti del pavimento pelvico e sul prolasso uterino in particolare:

Come si interviene sul prolasso uterino.

Metodi conservativi:

Osservazione: è accettabile come unico provvedimento in casi di prolasso lieve e poco sintomatico, ritengo in aggiunta, che debba essere proposto a donne disponibili a sottoporsi regolarmente a controlli medici.

Interventi sullo stile di vita

Questi interventi andrebbero proposti a tutte le donne anche solo a rischio di sviluppare difetti del pavimento pelvico e possono essere considerati interventi di prevenzione primaria (evitano lo svilupparsi di una patologia) oppure secondaria (evitano la progressione di una patologia). Questi comprendono: consigli dietetici, regolarizzazione dell’alvo, educazione alla corretta movimentazione dei pesi e semplici esercizi di ginnastica del pavimento pelvico eseguibili in autonomia dalle donne.

Pessario vaginale

È possibile inserire in vagina un dispositivo che sostiene meccanicamente il prolasso ed allevia la sintomatologia, il pessario vaginale. Questo provvedimento può essere preso in considerazione per alleviare temporaneamente i sintomi in attesa di un intervento o per pazienti che si ritengono inoperabili. Il pessario va cambiato ogni 4-6 mesi e richiede una terapia locale di mantenimento.

Metodi chirurgici

Esitono diversi tipi di intervento chirurgico per il prolasso uro-genitale, sia per via vaginale che per via laparoscopica, in alcuni casi possono prevedere l’asportazione dell’utero e l’ultilizzo di materiale protesico. La chirurgia, risolvendo il problema anatomico risolve anche la sintomatologia. Questi interventi sono gravati da una quota di recicive, legate, non tanto alla accuratezza con cui sono eseguiti gli interventi, ma alla fragilità dei tessuti della paziente. Una attenta valutazione pre-operatoria da parte del chirurgo, insieme alla paziente, è fondamentale per individuare la tecnica chirurgica che meglio può soddisfare le esigenza della paziente.

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